Rimedi naturali per la gastrite

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La gastrite a quanto pare è un disturbo assai diffuso, infatti le ultime stime dicono che il 40-50% della popolazione di età superiore ai 50 anni soffre o ha sofferto di gastrite.

La gastrite comporta un’infiammazione delle cellule mucose dello stomaco; le pareti interne di quest’organo sono protette da una membrana che funge da protezione e barriera contro le secrezioni acide che avvengono durante la fase digestiva. Quando questa mucosa viene danneggiata a causa di una iper acidità o da una risalita dei succhi biliari, le pareti dello stomaco rimanendo scoperte col tempo si infiammano o, nel medio-lungo termine si lacerano, dando vita alle cosiddette ulcere peptiche o gastroduodenali.

I sintomi principali di una gastrite sono:

  • Dolore epigastrico o dietro lo sterno
  • Bruciore
  • Dispepsia (difficoltà digestive)
  • Senso di vuoto allo stomaco
  • Nausea
  • Vomito
  • Gonfiore
  • Reflusso gastroesofageo.

I sintomi sopra descritti in una manifestazione acuta si presentano in genere lontano dai pasti, in modo intenso e spesso accompagnati da senso di costrizione a livello dello stomaco.
In una gastrite cronicizzata i sintomi sono più sfumati e possono essere caratterizzati più da  dispepsia, gonfiore, nausea, eruttazioni, bocca amara, pesantezza di stomaco e bruciore che viene mitigato mangiando.

Ulcere gastroduodenali
Stress, gastrite non curata, stravizi o disequilibri alimentari, abusi di fumo e alcol e l’helicobacter pylori sono le cause dell’ulcera gastroduodenale o gastrica. Si tratta di una vera e propria lesione della mucosa dello stomaco e/o del primo tratto intestinale (duodeno) che, se trascurata o non curata, può portare a complicazioni come sanguinamento o, più raramente,  perforazioni degli organi interessati.

I sintomi sono caratterizzati da intensi bruciori con crampi lontano dai pasti per l’ulcera gastroduodenale, dopo i pasti invece per quella gastrica . In seguito a questi sintomi non è raro osservare persone con ulcera gastroduodenale tendenti ad ingrassare per l’abitudine di tamponare i dolori mangiando, al contrario di chi soffre di ulcera gastrica che tende invece ad alimentarsi poco e dunque a dimagrire.

Cause scatenanti della gastrite

In caso di gastrite in forma acuta, le cause scatenanti possono essere:

  • Abitudini alimentari scorrette (abbondanti libagioni, cibi troppo freddi o troppo caldi, acqua durante i pasti, troppe combinazioni alimentari, masticazione insufficiente)
  • abuso di alimenti irritanti, infiammanti e di difficile digestione;
  • abuso di farmaci cosiddetti FANS (antidolorifici e antinfiammatori che danneggiano la mucosa gastrica);
  • fumo;
  • abuso di alcolici e superalcolici
  • stress

Nel caso di una gastrite cronica, le cause possono essere anche batteriche, infatti l’Helicobacter pylori è un batterio che colonizzando la mucosa gastrica, può in condizioni favorevoli deteriorarla.

 

Consigli alimentari in caso di gastrite

Come detto prima, una dieta scorretta e cattive abitudini alimentari possono influire su l’insorgere della gastrite. La cura e la prevenzione della gastrite partono proprio da tavola.

Ecco le regole d’oro che dovrebbero essere sempre applicate in caso di gastrite:

  1. Evitare grosse abbuffate: meglio suddividere il cibo consumato in “5 spuntini”, in modo tale da non appesantire la fase digestiva e ripartire in maniera equilibrata la quantità di sostanze ingerite;
  2. Mangiare lentamente: senza dover seguire il consiglio della nonna e contare fino a 33 per ogni boccone ingerito, è fondamentale masticare con cura e lentamente il cibo, così da facilitare la digestione gastrica e preparare la secrezione acida in maniera adeguata;
  3. Bere lontano dai pasti: l’acqua a tavola va ad alterare la secrezione gastrica degli acidi, ed anche il cibo solido dovrebbe essere più “secco” e meno umido o acquoso (vedi minestrone, legumi, ecc..)
  4. Mangiare e basta: teniamo lontani dalla tavola i cosiddetti fattori di stress, questo vuol dire “spegniamo tv, tablet e cellulari”, ma godiamoci il cibo che stiamo mangiando e le persone che ci fanno compagnia!
  5. Occhio al cibo: in presenza di gastrite è dunque necessario prestare una particolare attenzione alla dieta quotidiana e ai cibi assunti, per stare alla larga o quantomeno limitare quelli che possono alterare il livello di acidità dello stomaco e danneggiare ulteriormente la mucosa gastrica. In generale è bene ridurre il consumo di bevande gassate, caffè, alcolici, formaggi piccanti, insaccati, carni rosse e brodo di carne.

Importante possono risultare i metodi di cottura, favorendo quelli più semplici e leggeri (al vapore, alla piastra ecc.). Assolutamente da evitare la frittura.

 

Un aiuto dalla natura

Se il sintomo principale della tua gastrite è l’acidità di stomaco, una soluzione particolarmente efficace è l’argilla verde ventilata. Questa sostanza, conosciuta per le sue proprietà detossificanti e depurative è in grado, usata internamente, di ridurre l’eccesso di acidità nello stomaco.
Con un cucchiaino di legno o di plastica, versa una-due punte in un bicchiere d’acqua, mescola bene e lascia riposare tutta la notte coprendo un un panno o fazzoletto. Al mattino, la prima settimana bevi solo l’acqua senza posa, successivamente anche l’argilla.

In caso di nausea, il toccasana naturale è lo zenzero . Si può assumere masticandone un pezzettino o meglio ancora sorseggiando lentamente un infuso, facendo bollire per almeno sette minuti un po’ di zenzero in acqua. Se alla nausea si associa il mal di testa da cattiva digestione lo zenzero è ancora meglio, grazie ai suoi effetti analgesici.

Se è il bruciore di stomaco ad essere insopportabile, oltre a l’utilizzo dell’argilla, un vero toccasana è la malva . Questa pianta ha proprietà antinfiammatorie che si esercitano soprattutto sulle mucose: le mucillagini che contiene formano una specie di pellicola protettiva sulla parete dello stomaco, attutendo l’azione irritativa dei succhi gastrici responsabili del bruciore (pirosi).

Per migliorare una digestione lenta o in caso di dispepsia, un rimedio naturale tra i più importanti è la genziana, non a caso impiegata anche nella produzione di liquori digestivi.
La genziana è una pianta medicinale nota da molti secoli: il suo nome deriva dal re dell’Illiria Genzio (Gentius) che, già nel II secolo a.C., secondo quanto scrive Plinio il Vecchio, ne scoprì le proprietà curative.

I principi amari contenuti nella genziana sollecitano il nervo vago, influenzando positivamente i movimenti gastrointestinali (peristalsi), proteggendo la mucosa gastrica con un effetto lenitivo e rigenerante, e accelerando il processo digestivo. Suggerisco la genziana in tintura madre, da assumere subito dopo i pasti al dosaggio di 30-50 gocce aggiunte a un pò d’acqua.
Spesso utilizzo la genziana in sinergia con il cavolo cappuccio il cui estratto stimola la produzione di nuove cellule ed è estremamente prezioso per lo stomaco e per l’intestino; questa pianta può infatti svolgere un’azione emolliente e lenitiva sul sistema digerente e, in particolare, «favorisce la cicatrizzazione delle ferite, sia cutanee che mucose»

Infine, in questa breve carrellata di rimedi naturali per la gastrite, è opportuno menzionare anche il condurango, una liana del Sud America, la cui radice (contenente condurangina, ovvero una miscela di glucosidi) viene utilizzata per favorire la funzione digestiva, nonché per dare sollievo «nei dolori gastrici acuti e cronici, e come tonico gastrico»

 

…occhio a cosa si nasconde dietro i problemi digestivi!

La digestione ha un’analogia con le funzioni cerebrali, perché il cervello elabora e digerisce le impressioni non materiali del mondo. Nella digestione dobbiamo elaborare gli elementi materiali di questo mondo.

Nei cibi che l’uomo preferisce o rifiuta, è già riconoscibile una grande quantità di cose (dimmi cosa mangi e ti dirò chi sei). La fame è il simbolo del voler avere, di voler introdurre.
Se qualcuno ha fame d’amore senza che questa fame venga adeguatamente saziata, essa si manifesta come fame di cose dolci (dolce fanciulla, mangiare di baci una persona).
Le persone che pensano molto e svolgono un lavoro intellettuale desiderano cibi salati e genuini. Le persone molto conservative preferiscono alimenti in scatola e conservati. Chi predilige un cibo ben aromatizzato e piccante ha desiderio di nuovi stimoli, amano le provocazioni anche quando sono difficili da digerire. Le persone che amano cibi leggeri, senza sale e spezie evitano tutte le sensazioni nuove, temono le provocazioni del mondo. Queste paure possono arrivare fino alle creme e pappe per malati di stomaco e queste sono persone che non decidono o prendono posizione. La paura dei noccioli è paura dei problemi. All’opposto ci sono i macrobiotici che vogliono arrivare a ogni costo al nocciolo della questione, evitando così anche i cibi dolci e morbidi, evitando cioè gli aspetti non problematici della vita e l’amore o tenerezza.

Per i medici cinesi particolarmente a rischio di gastrite e dispepsia sono le persone che riflettono eccessivamente, rimuginano di continuo, vivono costantemente in una “ansia di realizzazione di sé” inseguendo numerosi traguardi senza peraltro essere mai soddisfatte. La dispepsia conseguente si evidenzia con acidità, fame, sete, ansia associata a dolori dello sterno, aspetto emaciato, gonfiori addominali per un nonnulla, sete ma con mal sopportazione a bere, mal di testa, tachicardia.

Questa situazione proprio non la digerisco, non mi va giù“; “in quel momento ero nauseato di tutto”; “nella mia vita ho dovuto mandar giù molti bocconi amari”. Sono solo alcuni modi di dire che spesso il medico psicosomatista nota nel linguaggio di molte persone sofferenti di dispepsia, gastrite ed ulcera.
Ebbene, sembra esserci in chi soffre di disturbi gastrici una sorta di dimensione esistenziale in cui metafore del linguaggio, comportamenti richiamano simbolicamente la capacità o no di “digerire” emozioni più o meno espresse, più o meno accettate. In queste persone lo stomaco quindi sarebbe la parte corporea più colpita in caso di conflitti emotivi poco “digeribili” come se quest’organo non fosse solo in grado di “bruciare” quando viene in contatto con cibi troppo acidi o lesivi della sua mucosa, ma anche tutte le volte che si è di fronte a situazioni, avvenimenti, persone che sono troppo “pesanti” e difficili da mandare giù.