Cime di Rapa, Colite e Colon Irritabile: Benefici, Rischi e Consigli

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Cime di Rapa, Colite e Colon Irritabile: Benefici, Rischi e Consigli

Le cime di rapa fanno bene o male in caso di intestino infiammato, colite o IBS? Scopriamolo insieme!

Le cime di rapa, verdura tipica della tradizione mediterranea, rappresentano un alimento dal profilo nutrizionale interessante ma spesso oggetto di dubbi per chi soffre di disturbi intestinali. Se convivi con colite o sindrome del colon irritabile, probabilmente ti sarai chiesto se questo ortaggio possa alleviare o peggiorare i tuoi sintomi. In questo articolo analizzeremo nel dettaglio il rapporto tra cime di rapa e salute intestinale, offrendo informazioni basate su evidenze scientifiche e l’esperienza del Dott. Lombardi, naturopata specializzato in problematiche digestive. Scopriremo insieme come introdurre correttamente questo alimento nella tua dieta, quali sono i suoi effetti sull’intestino infiammato e quali alternative considerare quando i sintomi sono particolarmente acuti. Un percorso di conoscenza per gestire al meglio la tua alimentazione e migliorare il benessere intestinale in modo naturale.

piatto di orecchiette con le cime di rapa, una verdura che va mangiata con cura se si soffre di sindrome del colon irritabile o colite

Cime di rapa: Quando e come introdurle in piena sicurezza in caso di problemi intestinali?

Le cime di rapa rappresentano un alimento dal duplice volto per chi soffre di disturbi intestinali come colite o sindrome del colon irritabile. Questo ortaggio crucifero, ricco di nutrienti benefici, può essere sia un alleato che un potenziale nemico del benessere intestinale, a seconda di come e quando viene consumato. Per chi convive quotidianamente con un intestino infiammato, la scelta degli alimenti diventa una questione delicata che richiede attenzione e consapevolezza.

Da un lato, le cime di rapa possiedono proprietà antinfiammatorie e antiossidanti che potrebbero teoricamente supportare la salute della mucosa intestinale e contribuire al benessere del microbiota. Dall’altro, la loro natura fibrosa e alcuni composti in esse contenuti possono scatenare gonfiore, meteorismo e irritazione in intestini già compromessi. Questa ambivalenza rende necessario un approccio personalizzato e cauto, specialmente durante le fasi acute di colite o riacutizzazioni del colon irritabile.

Nei paragrafi successivi, esploreremo in dettaglio questi effetti contrastanti, analizzando sia i potenziali benefici che le cime di rapa possono offrire al sistema digestivo, sia i rischi concreti che il loro consumo comporta in presenza di infiammazione intestinale.

Colon irritabile o colite stanno limitando le tue giornate e il tuo benessere? Mi chiamo Dott. Gianluca Lombardi e so quanto sia difficile convivere con questi sintomi. Con il mio Metodo ColiteAddio, offro soluzioni naturali per migliorare la tua qualità di vita.

Gianluca Lombardi
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Cime di rapa: effetti sull’intestino e salute digestiva

Le cime di rapa, verdura a foglia verde appartenente alla famiglia delle crucifere, stabiliscono un rapporto complesso con il nostro apparato digerente grazie alla loro particolare composizione nutrizionale. Ricche di fibre, vitamine (K, A, C), minerali (calcio, potassio, ferro) e composti bioattivi come i glucosinolati, queste verdure interagiscono con l’ecosistema intestinale in modi che meritano un’analisi approfondita.

Il profilo nutrizionale delle cime di rapa le rende potenzialmente benefiche per l’intestino grazie all’elevato contenuto di fibre (circa 2,9g per 100g), che fungono da prebiotici naturali, favorendo la crescita di batteri benefici come Bifidobacterium e Lactobacillus. Questi microrganismi producono acidi grassi a catena corta che nutrono le cellule della mucosa intestinale, rafforzando la barriera protettiva dell’intestino. I glucosinolati, composti solforati caratteristci delle crucifere, una volta metabolizzati dall’organismo, rilasciano isotiocianati con documentate proprietà antinfiammatorie che potrebbero contribuire a ridurre l’infiammazione della mucosa intestinale.

Tuttavia, questo stesso profilo nutrizionale può rappresentare una spada a doppio taglio per alcuni soggetti. Le fibre insolubili presenti nelle cime di rapa possono risultare irritanti per un intestino già sensibilizzato, aumentando la motilità intestinale e provocando contrazioni dolorose. I composti solforati, pur essendo benefici sotto molti aspetti, vengono fermentati dai batteri intestinali producendo gas che può causare distensione addominale, flatulenza e disagio, specialmente in persone con alterata sensibilità viscerale.

La relazione tra cime di rapa e intestino si complica ulteriormente considerando disturbi come la diverticolosi, dove le fibre possono essere sia alleate nella prevenzione di complicanze che potenziali irritanti durante le fasi acute. Anche nei casi di permeabilità intestinale aumentata (leaky gut), gli effetti possono essere contrastanti: da un lato i nutrienti supportano la rigenerazione della mucosa, dall’altro alcuni composti potrebbero temporaneamente aggravare la situazione.

È importante sottolineare che la risposta individuale alle cime di rapa varia notevolmente in base alla condizione dell’intestino, al microbiota personale e alla presenza di specifiche sensibilità alimentari. La cottura modifica significativamente la digeribilità di questo ortaggio, riducendo il contenuto di composti irritanti ma anche parte dei benefici nutrizionali.

Cime di rapa e colite: si possono mangiare o meglio evitare?

La colite è un’infiammazione del colon che si manifesta con sintomi come dolore addominale, crampi, diarrea, stitichezza alternata e, nei casi più gravi, presenza di muco o sangue nelle feci. Questa condizione, che può presentarsi in forma acuta o cronica, richiede particolare attenzione nella scelta degli alimenti, poiché alcuni cibi possono esacerbare l’infiammazione mentre altri possono contribuire ad alleviarla. Le cime di rapa, con il loro ricco profilo nutrizionale, si collocano in una posizione ambivalente rispetto a questa problematica intestinale.

Il rapporto tra cime di rapa e colite è complesso e fortemente individualizzato. Come abbiamo visto nei paragrafi precedenti, questo ortaggio contiene composti che possono sia beneficiare che irritare un intestino infiammato. La risposta alla domanda “posso mangiarle?” dipende da diversi fattori: la fase della malattia, la sensibilità individuale e il metodo di preparazione.

Benefici per chi soffre di colite:

  • Azione antinfiammatoria naturale: I polifenoli e i glucosinolati presenti nelle cime di rapa inibiscono il fattore NF-kB, un complesso proteico coinvolto nei processi infiammatori cronici dell’intestino. Questo meccanismo può contribuire a ridurre l’infiammazione della mucosa intestinale, particolarmente utile nelle fasi di remissione della colite.
  • Supporto al microbiota benefico: Le fibre solubili vengono fermentate dalla flora intestinale favorendo la produzione di acidi grassi a catena corta (SCFA) come il butirrato, che nutre le cellule della mucosa intestinale e svolge un’azione antinfiammatoria. Un intestino con colite può beneficiare di questi composti durante le fasi di recupero.
  • Protezione antiossidante: La vitamina C, il betacarotene e la luteina contenuti nelle cime di rapa proteggono la mucosa intestinale dallo stress ossidativo, che è spesso elevato nelle patologie infiammatorie intestinali. Questi antiossidanti possono contribuire alla rigenerazione tissutale dopo episodi acuti.
  • Attivazione dei meccanismi di detossificazione: Il sulforafano attiva il fattore di trascrizione Nrf2, che regola la produzione di enzimi antiossidanti e detossificanti, riducendo il carico tossico a livello intestinale e supportando la funzionalità epatica, spesso compromessa nelle infiammazioni croniche.

Potenziali rischi e controindicazioni e rischi::

  • Irritazione meccanica della mucosa: Le fibre insolubili accelerano il transito intestinale, ma in un colon già infiammato possono provocare un’irritazione meccanica della mucosa, peggiorando dolore e crampi. Questo rischio è particolarmente elevato durante le fasi acute della colite o in presenza di ulcerazioni.
  • Fermentazione e produzione di gas: Gli oligosaccaridi fermentabili (raffinosio e stachiosio) vengono metabolizzati dai batteri intestinali producendo idrogeno e metano, causando gonfiore e dolore addominale. Nei soggetti con SIBO (Small Intestinal Bacterial Overgrowth), condizione spesso associata alla colite, questo effetto può essere amplificato.
  • Peggioramento della permeabilità intestinale: In soggetti con colite ulcerosa attiva, il consumo eccessivo di fibre insolubili può aggravare la permeabilità intestinale già compromessa, aumentando l’infiammazione. È particolarmente rischioso consumare cime di rapa crude durante fasi di riacutizzazione.
  • Interferenza con l’assorbimento di nutrienti: I fitati presenti nelle cime di rapa possono chelare minerali essenziali come ferro, calcio e zinco, riducendone l’assorbimento. Questo aspetto è critico nei pazienti con colite che spesso presentano già carenze nutrizionali dovute al malassorbimento intestinale.
  • Stimolazione eccessiva della motilità: La tiocianina, un composto solforato presente nelle cime di rapa, può irritare la mucosa in individui con infiammazione cronica dell’intestino, stimolando eccessivamente la motilità intestinale e provocando diarrea o crampi in soggetti predisposti.

Sindrome del colon irritabile: le cime di rapa aiutano o possono creare problemi?

La Sindrome del Colon Irritabile (IBS) è un disturbo funzionale dell’intestino caratterizzato da dolore addominale ricorrente, alterazioni dell’alvo (diarrea, stitichezza o alternanza di entrambe) e gonfiore, in assenza di alterazioni strutturali o biochimiche evidenti. A differenza della colite, che implica un’infiammazione della mucosa intestinale, l’IBS è considerata una disfunzione dell’asse intestino-cervello, con ipersensibilità viscerale e alterata motilità intestinale. In questo contesto, le cime di rapa possono svolgere un ruolo complesso, agendo come potenziale alleato o nemico a seconda della situazione individuale e del sottotipo di IBS.

Il concetto di “trigger alimentari” è centrale nella gestione dell’IBS, con molti pazienti che identificano specifici cibi come responsabili dei loro sintomi. Le crucifere, categoria a cui appartengono le cime di rapa, sono spesso menzionate tra questi alimenti scatenanti, ma la risposta individuale può variare notevolmente.

Potenziali benefici delle cime di rapa:

  • Per IBS-C (a predominanza di stitichezza): Le fibre contenute nelle cime di rapa, specialmente quelle solubili, possono migliorare il transito intestinale attraverso l’aumento della massa fecale e la stimolazione della peristalsi. Questo effetto è particolarmente utile nei pazienti con IBS-C, dove la motilità intestinale risulta rallentata. I composti solforati presenti stimolano delicatamente la motilità senza provocare contrazioni spasmodiche.
  • Per tutti i sottotipi di IBS: I glucosinolati delle cime di rapa, una volta metabolizzati, producono sulforafano e indolo-3-carbinolo che modulano l’infiammazione di basso grado spesso presente nell’IBS. Questi composti attivano vie anti-infiammatorie che possono ridurre la sensibilità viscerale, migliorando la percezione del dolore tipica dell’IBS.
  • Per IBS associato a disbiosi: Le fibre prebiotiche nelle cime di rapa nutrono selettivamente batteri benefici come Bifidobacterium e Faecalibacterium prausnitzii, che producono butirrato. Questo acido grasso a catena corta rinforza la barriera intestinale e migliora la comunicazione neuro-intestinale, spesso alterata nei pazienti con IBS, contribuendo a normalizzare la risposta agli stimoli.
  • Per IBS post-infettivo: I composti antiossidanti presenti nelle cime di rapa supportano la rigenerazione della mucosa intestinale dopo infezioni gastrointestinali, condizione che spesso precede lo sviluppo dell’IBS. La vitamina K e i folati contenuti favoriscono i processi riparativi della barriera intestinale, riducendo la permeabilità aumentata tipica di questa forma di IBS.

Possibili rischi e controindicazioni per chi soffre di IBS:

  • Per IBS-D (a predominanza di diarrea): Le fibre insolubili delle cime di rapa possono accelerare eccessivamente il transito intestinale, aggravando la diarrea e i crampi in pazienti con IBS-D. Il meccanismo coinvolge la stimolazione meccanica dei meccanocettori intestinali già ipersensibili, che interpretano questo stimolo come nocivo, innescando contrazioni spasmodiche. I sintomi tipici includono urgenza defecatoria e dolore colico post-prandiale.
  • Per IBS con sensibilità ai FODMAPs: I fruttani e i galatto-oligosaccaridi presenti nelle cime di rapa sono carboidrati fermentabili che vengono metabolizzati dalla flora intestinale producendo gas. Nei soggetti con IBS sensibili ai FODMAPs, questo processo fermentativo provoca distensione addominale, flatulenza e dolore viscerale acuto. L’intolleranza si manifesta tipicamente entro 30-90 minuti dall’ingestione con gonfiore progressivo e crampi diffusi.
  • Per IBS con ipersensibilità ai composti solforati: I tiocianati e altri composti solforati delle cime di rapa possono irritare direttamente la mucosa intestinale in soggetti predisposti, stimolando i recettori del dolore e provocando infiammazione locale. Questa reazione è più comune nell’IBS-M (forma mista) e si manifesta con bruciore intestinale, sensazione di calore addominale e occasionalmente reflusso.
  • Per IBS con dismotilità: Le fibre grossolane possono interferire con la già alterata coordinazione motoria intestinale, provocando contrazioni non propulsive e ristagno di gas. Questo effetto è particolarmente problematico nei pazienti con IBS e rallentato svuotamento gastrico, nei quali si osserva sazietà precoce, nausea e distensione della parte superiore dell’addome dopo il consumo di crucifere.

È importante sottolineare che la tolleranza alle cime di rapa può variare nel taempo anche nello stesso individuo, migliorando durante le fasi di remissione e peggiorando durante i periodi di stress, che notoriamente amplificano la sensibilità intestinale nell’IBS.

Come mangiare cime di rapa in caso di colite o IBS: i consigli del Dott. Lombardi

Salve, sono il Dott. Lombardi. Dopo aver analizzato nei paragrafi precedenti il complesso rapporto tra cime di rapa e disturbi intestinali, vorrei condividere con voi alcuni consigli pratici basati sulla mia esperienza come naturopata con centinaia di pesone affette da colite e sindrome del colon irritabile. So quanto possa essere frustrante navigare tra informazioni contrastanti quando si cerca semplicemente di alleviare il proprio disagio intestinale quotidiano.

Quantità e frequenza consigliata:

  • Per colite lieve senza SIBO: 80-100 g di cime di rapa cotte, 2-3 volte a settimana.
  • Per colite con gonfiore o IBS: 50-70 g cotte, massimo 1 volta a settimana, preferibilmente in giorni in cui non avete impegni sociali importanti.
  • Per chi soffre di SIBO o è sensibile ai FODMAPs: 20-50 g cotte e ben scolate, da testare gradualmente una volta ogni 10-14 giorni.
  • Per chi ha diarrea da colite o intestino iperattivo: vi consiglio di evitarle completamente nelle fasi acute e reintrodurle solo in remissione stabile.
  • Per chi soffre di stipsi predominante: 100-150 g cotte, fino a 2 volte a settimana, per favorire la motilità intestinale.

Modalità di preparazione e cottura:

  • Bollitura con cambio d’acqua: il metodo più sicuro per chi ha intestino sensibile. Bollite le cime di rapa per 3-4 minuti, scolate, cambiate l’acqua e completate la cottura. Questo processo riduce significativamente i composti irritanti
  • Cottura a vapore: preserva più nutrienti rispetto alla bollitura completa, ma mantiene anche più composti potenzialmente irritanti. Consigliata solo nelle fasi di remissione.
  • Saltate in padella: utilizzate solo dopo averle pre-bollite e con olio extravergine d’oliva di qualità. Evitate aglio e cipolla se siete sensibili ai FODMAPs.
  • Crema di cime di rapa: frullatele dopo la cottura con un po’ di olio EVO e un pizzico di sale. Questa preparazione facilita la digestione riducendo lo sforzo meccanico sull’intestino.

Suggerimenti su come consumare le cime di rapa in sicurezza:

  • Attenzione ai FODMAPs e alla fermentazione: se notate gonfiore entro 1-2 ore dal consumo, riducete la porzione o aumentate il tempo di cottura.
  • Mai crude: le cime di rapa crude sono particolarmente irritanti per l’intestino infiammato. La cottura è essenziale per ridurre il potenziale irritante.
  • Evitate spezie piccanti: non abbinate peperoncino o spezie irritanti alle cime di rapa, specialmente se soffrite di reflusso oltre che di problemi intestinali.
  • Ipotiroidismo o terapia con levotiroxina? Consumate con moderazione le cime di rapa e preferitele sempre cotte, poiché la cottura inattiva i goitrogeni che potrebbero interferire con la funzionalità tiroidea.
  • Interrompete immediatamente il consumo se notate un peggioramento significativo dei sintomi intestinali nelle 24 ore successive all’assunzione.

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Gianluca Lombardi
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Alternative alle cime di rapa: Opzioni sicure per il benessere intestinale

Quando le cime di rapa risultano troppo irritanti per il vostro intestino infiammato o semplicemente desiderate variare l’alimentazione mantenendo un profilo nutrizionale simile, esistono diverse alternative che possono offrire benefici analoghi con minor rischio di scatenare sintomi. La scelta di sostituti adeguati diventa particolarmente importante durante le fasi acute di colite o nelle riacutizzazioni della sindrome del colon irritabile, quando anche piccole quantità di alimenti irritanti possono compromettere il benessee quotidiano. Ecco le migliori alternative in caso di colite o IBS:

  • Bieta o bietola: Contiene antiossidanti e fibre ma in forma più delicata rispetto alle crucifere. La bietola offre un buon apporto di vitamina K e magnesio, con minor contenuto di composti solforati irritanti. Ideale preparata al vapore o stufata con un filo d’olio extravergine d’oliva.
  • Spinaci ben cotti: Ricchi di folati e antiossidanti come le cime di rapa, ma con minor potenziale fermentativo. Privilegiate la cottura prolungata che ne aumenta la digeribilità e riduce l’acido ossalico, potenzialmente irritante.
  • Zucchine: Rappresentano un’ottima alternativa a basso contenuto di FODMAPs. Le zucchine forniscono potassio e vitamina A, con fibre più tollerabili anche in presenza di infiammazione intestinale. Particolarmente indicate per chi soffre di IBS con gonfiore e meteorismo.
  • Carote cotte: Offrono betacarotene e fibre solubili che supportano la salute intestinale senza irritare. La cottura prolungata le rende particolarmente adatte anche durante le fasi acute di colite, quando servono nutrienti facilmente assimilabili.
  • Lattuga romana cotta: Una versione più delicata e digeribnile rispetto alle verdure a foglia verde più fibrose. Contiene lattucina con effetti calmanti sul sistema nervoso enterico, utile per chi soffre di colon irritabile con componente ansiosa
  • Finocchi bolliti: Con proprietà carminative naturali, aiutano a ridurre la produzione di gas intestinale pur fornendo fibre e vitamine. Particolarmente indicati per chi soffre di gonfiore e crampi, a patto di consumarli ben cotti e in quantità moderate.

FAQ: Le domande più frequenti su cime di rapa e disturbi intestinali

Le cime di rapa aumentano il gonfiore addominale nell’IBS?
Sì, le cime di rapa possono aumentare il gonfiore in molte persone con IBS a causa del loro contenuto di oligosaccaridi fermentabili e composti solforati. La fermentazione batterica di questi composti produce gas che distende l’intestino, provocando gonfiore e dolore, specialmente in chi ha ipersensibilità viscerale. Per ridurre questo effetto, provate porzioni minime (30-50g) ben cotte con cambio d’acqua durante la bollitura.

Qual è il modo migliore per preparare le cime di rapa se ho la colite?
Il metodo più sicuro è la doppia bollitura: immergete le cime di rapa in acqua bollente per 3 4 minuti, scolatele, cambiate completamente l’acqua e completate la cottura per altri 5-7 minuti. Questo processo elimina gran parte dei composti irritanti mantenendo i nutrienti essenziali. Evitate assolutamente il consumo a crudo e condite con olio extravergine d’oliva che ha proprietà antinfiammatorie naturali.

Dopo quanto tempo possono manifestarsi reazioni alle cime di rapa?
Le reazioni alle cime di rapa seguono generalmente due pattern temporali: reazioni rapide entro 30-90 minuti dal consumo (tipicamente gonfiore e crampi dovuti alla fermentazione) e reazioni ritardate che si manifestano 12-24 ore dopo l’ingestione (come diarrea o infiammazione persistente). Tenete un diario alimentare dettagliato annotando sintomi, orari e quantità consumate per identificare il vostro pattern personale di reattività.

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Gianluca Lombardi
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Gianluca Lombardi
Gianluca Lombardi
Il Dr. Gianluca Lombardi, laureato in Scienze Politiche e dottorato in Naturopatia presso l'Université Européenne Jean Monnet di Bruxelles, è un esperto naturopata, iridologo e counselor. Specializzato in Iridologia, Medicina Psicosomatica e Gestalt Counseling, è docente in prestigiose scuole di Naturopatia. Nel 2012 ha fondato il metodo ColiteAddio, un innovativo Programma Intensivo Personalizzato per la risoluzione naturale di problematiche gastrointestinali. Questo Metodo Naturopatico Integrato, unico in Italia, vanta un tasso di successo del 90% nella risoluzione permanente di colite, IBS, SIBO e reflusso. Combinando consigli alimentari personalizzati, integratori specifici e una guida psicosomatica, il Dr. Lombardi offre una soluzione naturale e priva di effetti collaterali, frutto di oltre un decennio di esperienza clinica e ricerca nel campo della salute naturale. Scopri il metodo ColiteAddio e le soluzioni che ho pensato per te. Oppure contattami per scoprire come poter affrontare i tuoi problemi intestinali.

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