Cetrioli, Colite e Colon Irritabile: Benefici, Rischi e Consigli

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Cetrioli, Colite e Colon Irritabile: Benefici, Rischi e Consigli

Scopri se i cetrioli sono adatti in caso di colite o colon irritabile e come consumarli senza rischi per l’intestino

Fresco, croccante e apparentemente innocuo, il cetriolo è un alimento che compare spesso nelle nostre insalate estive e nei piatti leggeri. Ma se soffri i colite o sindrome del colon irritabile (IBS), probabilmente ti sei chiesto se questo ortaggio possa essere un alleato o un nemico per il tuo intestino infiammato. La risposta non è semplice come potrebbe sembrare. I cetrioli possiedono proprietà benefiche grazie al loro alto contenuto di acqua e fibre, ma possono anche scatenare sintomi in alcuni pazienti con problematiche intestinali. In questo articolo, esploreremo a fondo il rapporto tra cetrioli e disturbi intestinali come colite e IBS, analizzando benefici, controindicazioni e modalità di consumo sicure, con i consigli pratici del Dott. Lombardi, naturopata specializzato in salute digestiva. Inziamo!

fette di cetriolo, alimento da consumare con cautela per pazienti affetti da colite o colon irritabile

Cetrioli: Alleati o Nemici se soffriamo di Colite o Colon Irritabile?

I cetrioli rappresentano un caso interessante quando si parla di alimentazione per chi soffre di disturbi intestinali come colite o sindrome del colon irritabile. Questo ortaggio, composto per oltre il 95% di acqua, si colloca in una zona “grigia” che richiede particolare attenzione. Da un lato, i cetrioli offrono proprietà antinfiammatorie e lenitive che possono risultare benefiche per la mucosa intestinale irritata, contribuendo all’idratazione e al riequilibrio della flora batterica intestinale. Dall’altro, la loro natura cruda e il contenuto di alcune sostanze come le cucurbitacine potrebbero provocare fermentazione, gonfiore e peggioramento dei sintomi in soggetti particolarmente sensibili.

Convivere con problematiche intestinali significa spesso navigare tra incertezze alimentari, e capisco quanto possa essere frustrante non avere risposte definitive su cosa mangiare. Nel caso dei cetrioli e colite, la risposta più onesta è “dipende” – dalla fase della malattia, dalla tolleranza individuale e dalle modalità di preparazione. Nei prossimi paragrafi analizzeremo in dettaglio i meccanismi attraverso cui i cetrioli interagiscono con l’intestino infiammato, esplorando sia gli effetti benefici che quelli potenzialmente problematici.

Vedremo come l’effetto alcalinizzante di questo ortaggio possa ridurre l’acidità intestinale, ma anche come il suo consumo crudo possa talvolta irritare la mucosa già compromessa. Scopriremo inoltre le tecniche di preparazione consigliate dal Dott. Lombardi per massimizzare i benefici e minimizzare i rischi dei cetrioli per chi soffre di colon irritabile, insieme a indicazioni precise su quando includerli nella dieta e quando invece sarebbe meglio evitarli.

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Cetrioli e intestino: pro e contro

I cetrioli rappresentano un alimento dalle caratteristiche uniche che influenzano direttamente la salute intestinale. Composti prevalentemente da acqua (circa il 95%), questi ortaggi contengono un complesso di nutrienti che interagiscono con l’ecosistema intestinale in modi significativi. La loro ricchezza di fibre solubili e insolubili, enzimi digestivi e antiossidanti li rende potenzialmente benefici per il tratto gastrointestinale, ma con alcune importanti considerazioni da tenere a mente.

Dal punto di vista nutrizionale, i cetrioli forniscono una combinazione interessante di elementi che supportano la funzionalità intestinale. Le fibre presenti, sebbene in quantità moderate (circa 0,5g per 100g), contribuiscono alla regolarità intestinale e nutrono il microbiota. L’alto contenuto di acqua favorisce l’idratazione della mucosa intestinale e può facilitare il transito del bolo alimentare. Particolarmente rilevante è la presenza dell’enzima erepsin, che supporta la digestione delle proteine, e di flavonoidi con proprietà antinfiammatorie che possono proteggere le cellule intestinali dallo stress ossidativo.

L’interazione dei cetrioli con l’intestino avviene attraverso diversi meccanismi. Innanzitutto, il loro effetto alcalinizzante può contribuire a bilanciare il pH intestinale, contrastando condizioni di eccessiva acidità che spess accompagnano i disturbi digestivi. Inoltre, i composti bioattivi presenti nella buccia, come i fitosteroli, possono modulare la risposta infiammatoria locale. Tuttavia, è proprio nella buccia che si concentrano anche le cucurbitacine, sostanze dal sapore amaro che possono irritare la mucosa in soggetti predisposti.

Tra i benefici generali per la salute intestinale, i cetrioli e intestino formano un binomio potenzialmente positivo grazie all’azione idratante, disintossicante e leggermente lassativa di questo ortaggio. La presenza di silicio contribuisce alla salute del tessuto connettivo, importante per l’integrità della barriera intestinale. Il basso contenuto calorico e l’assenza di grassi li rendono facilmente digeribili in condizioni normali, mentre i prebiotici naturalmente presenti possono favorire la crescita di batteri benefici.

Non mancano tuttavia potenziali rischi, soprattutto per intestini già compromessi. La presenza di FODMAP (carboidrati fermentabili) può causare fermentazione e produzione di gas in soggetti sensibili. Le fibre, seppur benefiche in generale, possono risultare irritanti in caso di infiammazione acuta. Inoltre, i cetrioli crudi richiedono una masticazione accurata, poiché frammenti non adeguatamente triturati possono causare irritazione meccanica al passaggio nell’intestino.

Al di là di colite e sindrome del colon irritabile, i cetrioli possono influenzare anche altre condizioni intestinali. In caso di diverticolosi, ad esempio, i piccoli semi potrebbero teoricamente rimanere intrappolati nelle tasche diverticolari, sebbene le evidenze cliniche su questo rischio siano limitate. Nella malattia da reflusso gastroesofageo, il loro pH alcalino potrebbe offrire un sollievo temporaneo, mentre in presenza di disbiosi intestinale, l’effetto prebiotico potrebbe risultare utile nel ripristino dell’equilibrio microbico.

Cetrioli e colite: si possono mangiare senza rischi?

La colite è una condizione infiammatoria dell’intestino crasso caratterizzata da dolore addominale, crampi, diarrea alternata a stipsi, gonfiore e talvolta presenza di muco o sangue nelle feci. Questa infiammazione della mucosa intestinale rende il colon particolarmente sensibile a certi alimenti, tra cui potrebbero esserci i cetrioli. Il rapporto tra cetrioli e colite è complesso e merita un’analisi approfondita, poiché questo ortaggio presenta sia proprietà potenzialmente benefiche che possibili fattori irritanti per un intestino già compromesso.

Benefici dei cetrioli per chi soffre di colite:

  • Proprietà antinfiammatorie naturali: I cetrioli contengono flavonoidi e tannini che possono modulare la risposta infiammatoria riducendo la produzione di citochine pro-infiammatorie come IL-6 e TNF-α, coinvolte nei processi infiammatori intestinali. Questo può contribuire ad attenuare l’infiammazione cronica tipica della colite.
  • Effetto idratante e lenitivo: Composti per il 96% da acqua, i cetrioli favoriscono l’idratazione della mucosa intestinale, particolarmente utile in caso di colite con stipsi o quando si verificano episodi di diarrea che possono portare a disidratazione. Le mucillagini naturali presenti formano un film protettivo sulla mucosa irritata.
  • Azione alcalinizzante: Il pH alcalino dei cetrioli può contrastare stati di iperacidità intestinale o gastrica, spesso associati alla colite e al reflusso gastroesofageo, contribuendo a ridurre la sensazione di bruciore e disagio.
  • Supporto prebiotico: Le fibre solubili come la pectina, presenti in modesta quantità nei cetrioli, svolgono un ruolo prebiotico favorendo la crescita di batteri benefici come Lactobacillus e Bifidobacterium, potenzialmente utili nel ripristinare l’equilibrio del microbiota alterato nella colite.
  • Potere antiossidante: La presenza di vitamina C, beta-carotene e manganese contribuisce alla neutralizzazione dei radicali liberi, riducendo lo stress ossidativo che può aggravare l’infiammazione intestinale e rallentare i processi di guarigione della mucosa.

Potenziali rischi e controindicazioni dei cetrioli:

  • Irritazione meccanica: La buccia e i semi dei cetrioli contengono fibre insolubili che possono risultare irritanti per la mucosa già infiammata, specialmente durante le fasi acute della colite. Questa irritazione meccanica può stimolare ulteriormente la motilità intestinale e aggravare i sintomi dolorosi.
  • Fermentazione e produzione di gas: I cetrioli contengono oligosaccaridi fermentabili che, in soggetti con disbiosi intestinale o SIBO (sovracrescita batterica nell’intestino tenue), possono essere fermentati dai batteri producendo gas, gonfiore e tensione addominale, sintomi già presenti nella colite.
  • Aumento della motilità intestinale: L’elevato contenuto di acqua può accelerare il transito intestinale, potenzialmente problematico in chi soffre di colite con prevalenza di diarrea, aggravando questo sintomo e aumentando la frequenza delle evacuazioni.
  • Presenza di cucurbitacine irritanti: Alcune varietà di cetrioli contengono cucurbitacine, sostanze dal sapore amaro che possono risultare irritanti per il tratto gastrointestinale già sensibilizzato, causando nausea o peggioramento dei disturbi digestivi in chi soffre di colite.
  • Potenziale carico istaminico: I cetrioli possono contenere piccole quantità di istamina che, in soggetti con intolleranza all’istamina (condizione spesso associata a disbiosi intestinale e colite), può scatenare sintomi come prurito, gonfiore o reflusso, aggravando il quadro clinico generale.

Cetrioli e IBS: come influiscono sul colon irritato?

La sindrome del colon irritabile (IBS) rappresenta un disturbo funzionale dell’intestino caratterizzato da dolore addominale ricorrente, alterazioni dell’alvo e modifiche nella consistenza delle feci, in assenza di anomalie strutturali rilevabili.. L’interazione tra cetrioli e colon irritabile merita particolare attenzione, poiché questo ortaggio contiene composti che possono influenzare diversamente i vari sottotipi di questa sindrome (IBS-D con prevalenza di diarrea, IBS-C con prevalenza di stipsi, IBS-M con sintomi misti).

Benefici per il colon irritabile:

  • Idratazione e transito intestinale nell’IBS-C: Per chi soffre di IBS con stipsi predominante, l’elevato contenuto di acqua dei cetrioli (96%) può facilitare il transito intestinale grazie all’effetto idratante sulle feci. Questo meccanismo d’azione è particolarmente efficace quando i cetrioli vengono consumati con la buccia, che apporta fibre solubili capaci di trattenere l’acqua nel lume intestinale.
  • Effetto alcalinizzante per IBS con reflusso associato: I cetrioli possiedono proprietà alcalinizzanti che possono risultare benefiche per i pazienti con IBS che presentano anche sintomi di reflusso gastroesofageo. L’alcalinità naturale di questo ortaggio contribuisce a neutralizzare l’acidità gastrica, riducendo il bruciore retrosternale che spesso si accompagna ai disturbi intestinali funzionali.
  • Supporto al microbiota per tutti i sottotipi di IBS: Le fibre presenti nei cetrioli fungono da substrato prebiotico per i batteri benefici dell’intestino, favorendo la produzione di acidi grassi a catena corta come il butirrato. Questi acidi grassi nutrono le cellule della mucosa intestinale e possono ridurre la permeabilità intestinale, spesso alterata nei pazienti con IBS, migliorando la funzione di barriera.
  • Azione antinfiammatoria nell’IBS post-infettivo: Nei casi di IBS insorti dopo un’infezione intestinale, i flavonoidi contenuti nei cetrioli possono contribuire a modulare la risposta infiammatoria di basso grado presente in questi pazienti. Il meccanismo coinvolge l’inibizione delle vie di segnalazione pro-infiammatorie, con potenziale riduzione dell’ipersensibilità viscerale tipica dell’IBS.
  • Basso apporto calorico per IBS con comorbidità metaboliche: Per i pazienti che presentano sia IBS che problematiche metaboliche come sovrappeso o sindrome metabolica, il basso contenuto calorico dei cetrioli (circa 15 kcal/100g) rappresenta un vantaggio, permettendo di aumentare il volume del pasto senza incrementare significativamente l’apporto energetico.

Controindicazioni dei cetrioli per chi soffre di sindrome del colon irritabile:

  • Fermentazione e gonfiore nell’IBS-D: Per chi soffre di IBS con diarrea predominante, i frutani e gli oligosaccaridi fermentabili contenuti nei cetrioli possono essere rapidamente fermentati dalla flora batterica intestinale, producendo gas e accentuando sintomi come gonfiore, flatulenza e crampi. Questo rischio è maggiore nei soggetti con sovracrescita batterica intestinale (SIBO) concomitante, condizione frequentemente associata all’IBS.
  • Irritazione meccanica nell’IBS con ipersensibilità viscerale: La buccia dei cetrioli, ricca di fibre insolubili, può esercitare uno stimolo meccanico sulla mucosa intestinale già ipersensibile. Nei pazienti con elevata sensibilità viscerale, questo può tradursi in dolore addominale accentuato e sensazione di disagio che persiste anche ore dopo il consumo dell’alimento.
  • Rischio di diarrea nell’IBS-M: Nel sottotipo misto di IBS, l’effetto lassativo blando dei cetrioli può sbilanciare l’alvo verso la diarrea. I sintomi tipici includono aumento della frequenza delle evacuazioni, urgenza e sensazione di incompleto svuotamento, riconoscibili entro 30-60 minuti dall’ingestione dell’alimento.
  • Cucurbitacine e irritazione nelle forme iperalgesiche: Le cucurbitacine presenti soprattutto nella buccia e nelle estremità dei cetrioli possono risultare irritanti per l’intestino ipersensibile. Nei soggetti con IBS caratterizzato da dolore come sintomo predominante, queste sostanze possono provocare crampi e spasmi intestinali, riconoscibili per l’intensificazione del dolore nella regione addominale inferiore.
  • Reazione istaminica nell’IBS con intolleranza all’istamina: Una percentuale significativa di pazienti con IBS presenta anche intolleranza all’istamina. In questi soggetti, il potenziale contenuto di istamina dei cetrioli, seppur modesto, può contribuire al carico istaminico totale, provocando sintomi extraintestinali come cefalea, stanchezza e rush cutanei, oltre all’accentuazione dei sintomi digestivi.

Cetrioli e intestino: i consigli del Dott. Lombardi per il consumo sicuro

Nella mia pratica come naturopata specializzato in disturbi intestinali, ho osservato che i cetrioli rappresentano un alimento dal potenziale ambivalente per chi soffre di problematiche come colite e sindrome del colon irritabile. Dopo aver analizzato nei paragrafi precedenti le proprietà e gli effetti di questo ortaggio sull’intestino, desidero ora condividere indicazioni concrete su come consumarlo in modo sicuro, minimizzando i rischi e massimizzando i benefici.

QUANTITÀ E FREQUENZA:

  • Per colite lieve o in remissione: 50-100 g al giorno (circa ½ cetriolo medio), iniziando con quantità minori per testare la tolleranza
  • Per colite con stipsi: 100-150 g al giorno (circa 1 cetriolo medio), preferibilmente consumato nell’arco della giornata e non in un’unica porzione
  • Per colite con diarrea o fase infiammatoria attiva: Limitare a 30-50 g (1-2 fettine sottili) ogni 2-3 giorni, monitorando attentamente la risposta intestinale
  • Per chi ha SIBO o gonfiore intestinale: Limitare a 50 g (½ cetriolo piccolo) 2-3 volte a settimana, preferibilmente sbucciato
  • Per chi ha intolleranza all’istamina o disbiosi intestinale: Limitare a 30-50 g occasionalmente (1-2 volte a settimana), sempre ben sbucciato

MODALITÀ DI PREPARAZIONE:

  • Crudo: Solo se ben tollerato, sempre sbucciato e senza semi. La buccia contiene cucurbitacine potenzialmente irritanti per la mucosa intestinale infiammata
  • Cotto: Al vapore o leggermente saltato per 2-3 minuti, risulta più digeribile e riduce il potenziale fermentativo
  • Centrifugato/estratto: Ottimo per mantenere le proprietà idratanti e lenitive senza irritare l’intestino, filtrando bene per eliminare i residui di fibra insolubile
  • Per chi ha colite con stipsi: In insalata con olio d’oliva extravergine, che migliora la lubrificazione intestinale e facilita il transito
  • Combinazione benefica: Con yogurt di capra o kefir, creando una sinergia utile per il microbiota intestinale grazie all’associazione di prebiotici e probiotici

Nella mia esperienza come naturopata, ho notato che l’ascolto del proprio corpo è fondamentale quando si tratta di cetrioli e colite. Ciò che funziona per una persona potrebe non essere adatto per un’ ‘altra. La personalizzazione dell’approccio è essenziale: alcuni miei pazienti tollerano perfettamente piccole quantità di cetriolo sbucciato, mentre altri devono eliminarlo completamente dalla dieta.

Ricordate che la gradualità è la chiave: non introducete bruscamente questo alimento se non lo consumate da tempo. Il vostro intestino ha bisogno di adattarsi progressivamente, soprattutto quando è già compromesso da condizioni infiammatorie croniche. Infine, considerate sempre il vostro stato di salute globale: stress, stanchezza o altre condizioni concomitanti possono influenzare la vostra capacità di tollerare i cetrioli in un determinato momento.

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Alternative ai cetrioli per chi soffre di problemi intestinali

I cetrioli, nonostante i loro benefici, potrebbero non essere adatti a tutti coloro che soffrono di disturbi intestinali come colite o sindrome del colon irritabile. Fortunatamente, esistono numerose alternative che possono offrire proprietà simili senza provocare gli stessi effetti irritanti. Queste opzioni consentono di variare l’alimentazione mantenendo un apporto nutrizionale adeguato, rispettando al contempo la sensibilità dell’intestino infiammato. Eccone alcune

  • Zucchine: Contengono circa il 94% di acqua e sono più facilmente digeribili dei cetrioli, soprattutto se cotte leggermente. Ricche di potassio e vitamina A, offrono un’azione antinfiammatoria naturale e sono prive delle cucurbitacine irritanti presenti nei cetrioli. Ideali saltate brevemente in padella o al vapore per 3-5 minuti.
  • Lattuga romana: Con il suo alto contenuto di acqua (95%) e fibre delicate, rappresenta un’ottima alternativa per insalate fresche. Contiene lattucina, sostanza dalle proprietà calmanti che può alleviare gli spasmi intestinali. Consumatela ben lavata e asciugata, in piccole porzioni.
  • Melone bianco: Composto dal 90% di acqua, fornisce idratazione e minerali come il potassio senza irritare la mucosa intestinale. La sua polpa morbida è facilmente digeribile e contiene enzimi che facilitano la digestione. Rimuovete sempre i semi per ridurre il potenziale fermentativo.
  • Finocchio: Ottimo sostituto croccante del cetriolo, possiede proprietà carminative che riducono la formazione di gas intestinali. La sua leggera azione antispasmodica può alleviare i crampi addominali tipici della colite. Consumatelo crudo a fettine sottili o leggermente stufao.

Ricordate che anche le alternative più sicure potrebbero non essere adatte a tutti. L’intestino infiammato necessita di un approccio personalizzato, e ciò che funziona durante una fase di remissione potrebbe non essere tollerato durante una riacutizzazione. Ascoltate il vostro corpo e, se necessario, consultate un professionista per adattare queste alternative alla vostra specifica condizione intestinale.

FAQ: Le domande più frequenti su cetrioli e disturbi intestinali

I cetrioli generano molte domande tra chi soffre di problematiche intestinali. Ecco le risposte alle domande più comuni per aiutarvi a fare scelte consapevoli.

Qual è il modo migliore per preparare i cetrioli se ho la colite?

La preparazione ottimale prevede di sbucciarli completamente, rimuovere i semi e tagliarli a fettine sottili. Per una maggiore digeribilità, potete lasciarli marinare per 15-20 minuti in succo di limone e un pizzico di sale, che ammorbidisce le fibre e neutralizza parte delle sostanze potenzialmente irritanti. In alternativa, una leggera cottura al vapore per 1-2 minuti può rendere i cetrioli più tollerabili per intestini sensibili.

Come capisco se i cetrioli mi stanno causando problemi?

I segnali tipici di intolleranza includono aumento di gonfiore addominale entro 30-60 minuti dall’ingestione, crampi o dolori localizzati principalmente nel basso addome, cambiamenti nella consistenza delle feci (più molli o liquide) e aumento della frequenza delle evacuazioni. In alcuni casi, anche sintomi come eruttazione, acidità o nausea possono manifestarsi. Tenete un diario alimentare dettagliato, annotando sintomi e tempistiche per identificare correlazioni precise.

I cetrioli biologici sono più tollerabili per chi ha il colon irritabile?

I cetrioli biologici possono effettivamente risultare più tollerabili perché contengono meno residui di pesticidi che potrebbero irritare ulteriormente una mucosa intestinale già sensibile. Inoltre, alcune varietà biologiche vengono coltivate selezionando piante con minore contenuto di cucurbitacine, le sostanze amare potenzialmente irritanti. Tuttavia, anche i cetrioli biologici devono essere introdotti gradualmente e in piccole quantità, osservando la risposta individuale che varia significativamente da persona a persona.

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Gianluca Lombardi
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Gianluca Lombardi
Gianluca Lombardi
Il Dr. Gianluca Lombardi, laureato in Scienze Politiche e dottorato in Naturopatia presso l'Université Européenne Jean Monnet di Bruxelles, è un esperto naturopata, iridologo e counselor. Specializzato in Iridologia, Medicina Psicosomatica e Gestalt Counseling, è docente in prestigiose scuole di Naturopatia. Nel 2012 ha fondato il metodo ColiteAddio, un innovativo Programma Intensivo Personalizzato per la risoluzione naturale di problematiche gastrointestinali. Questo Metodo Naturopatico Integrato, unico in Italia, vanta un tasso di successo del 90% nella risoluzione permanente di colite, IBS, SIBO e reflusso. Combinando consigli alimentari personalizzati, integratori specifici e una guida psicosomatica, il Dr. Lombardi offre una soluzione naturale e priva di effetti collaterali, frutto di oltre un decennio di esperienza clinica e ricerca nel campo della salute naturale. Scopri il metodo ColiteAddio e le soluzioni che ho pensato per te. Oppure contattami per scoprire come poter affrontare i tuoi problemi intestinali.

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