Stitichezza: Sintomi, Cause, Diagnosi e Rimedi Naturali

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Stitichezza: Sintomi, Cause, Diagnosi e Rimedi Naturali

Definizione approfondita della stitichezza: che cos’è realmente la stipsi e perché è importante comprenderla

La stitichezza (o stipsi) è uno dei disturbi intestinali più diffusi al mondo, ma al tempo stesso tra i più sottovalutati. Si verifica quando l’intestino rallenta il proprio ritmo naturale, con evacuazioni poco frequenti, difficili o dolorose. Non si tratta soltanto di “andare in bagno poche volte alla settimana”: la stitichezza è una condizione complessa, che coinvolge la motilità intestinale, la consistenza delle feci e il benessere generale del tratto digerente.
Questa alterazione del transito intestinale porta ad accumulo di materiale fecale e a un aumento della fermentazione batterica, con conseguente produzione di gas, gonfiore addominale, senso di pesantezza e in alcuni casi dolore o crampi. I sintomi più comuni includono evacuazioni difficoltose, feci dure e secche, sensazione di incompleto svuotamento e malessere generale.
La sua importanza non riguarda soltanto il piano digestivo: una stipsi persistente può influenzare l’assorbimento dei nutrienti, aumentare il rischio di emorroidi e ragadi, alterare l’equilibrio del microbiota intestinale e persino riflettersi sul benessere psicologico, generando stress, ansia e irritabilità.
In questo articolo approfondiremo cos’è la stitichezza, quali sono i sintomi più frequenti, le cause principali, i metodi diagnostici più utilizzati e i trattamenti naturali e integrati più efficaci. Vedremo anche l’importanza di un’alimentazione ricca di fibre, di una buona idratazione, dell’attività fisica regolare e delle strategie di prevenzione per ritrovare il naturale equilibrio intestinale.

Sintomi della stitichezza: segnali da non sottovalutare

La stitichezza si manifesta con un insieme di sintomi che vanno oltre la semplice riduzione della frequenza delle evacuazioni. Riconoscerli è fondamentale per intervenire in tempo e prevenire complicazioni.

I principali sintomi della stitichezza includono:

  • Evacuazioni poco frequenti: meno di una volta al giorno, spesso con grande sforzo;
  • Feci dure, secche e compatte, che rendono la defecazione dolorosa e difficoltosa;
  • Sensazione di svuotamento incompleto, come se parte delle feci rimanessero nell’intestino;
  • Dolore e crampi addominali, dovuti all’accumulo e al ristagno di materiale fecale;
  • Gonfiore addominale e meteorismo, causati da fermentazioni anomale e produzione eccessiva di gas;
  • Alitosi e sapore amaro in bocca, spesso collegati a una digestione rallentata e a un accumulo di tossine;
  • Cefalea e stanchezza cronica, che derivano dal legame tra intestino e sistema nervoso;
  • Scarso appetito o nausea, sintomi che peggiorano la qualità della vita quotidiana.

In alcuni casi, la stitichezza può anche causare microlesioni, emorroidi o ragadi anali, dovute allo sforzo e alla durezza delle feci. Nei quadri più gravi, si possono verificare anche alterazioni del tono dell’umore, come ansia o irritabilità, a dimostrazione dello stretto collegamento tra intestino e cervello. La presenza costante di questi sintomi è un campanello d’allarme: non si tratta solo di un disturbo momentaneo, ma di un problema che può avere conseguenze significative sulla salute generale se trascurato.

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Cause della stitichezza: tutti i fattori che possono rallentare l’intestino

La stitichezza non ha una sola origine, ma può dipendere da una combinazione di fattori legati allo stile di vita, all’alimentazione, a squilibri intestinali o a patologie specifiche. Conoscere le cause della stipsi è il primo passo per individuare il trattamento più adatto e prevenire recidive.

Le principali cause della stitichezza sono:

  • ALIMENTAZIONE POVERA DI FIBRE: un consumo ridotto di frutta, verdura, legumi e cereali integrali rallenta il transito intestinale e rende le feci dure e difficili da espellere;
  • SCARSO APPORTO DI ACQUA: la disidratazione è una delle cause più comuni di stitichezza, perché le feci diventano secche e compatte;
  • SEDENTARIETÀ: la mancanza di movimento riduce la motilità intestinale e favorisce il ristagno;
  • STRESS E TENSIONE EMOTIVA: l’intestino è strettamente collegato al sistema nervoso; ansia e preoccupazioni possono bloccare o rallentare la peristalsi;
  • USO PROLUNGATO DI FARMACI: antidepressivi, analgesici oppiacei, integratori di ferro e alcuni antipertensivi possono contribuire alla stitichezza;
  • ABUSO DI LASSATIVI: un utilizzo eccessivo porta l’intestino a “perdere” la capacità di funzionare in modo autonomo;
  • ALTERAZIONI DELLA FLORA INTESTINALE (DISBIOSI): un microbiota squilibrato influisce negativamente sul transito intestinale e sulla qualità delle feci;
  • DISTURBI ORMONALI: condizioni come ipotiroidismo, gravidanza e menopausa sono spesso associate a episodi di stitichezza cronica;
  • PATOLOGIE INTESTINALI E SISTEMICHE: sindrome del colon irritabile, diverticolite, occlusioni, diabete e tumori del colon possono manifestarsi con stipsi persistente;
  • ABITUDINI SCORRETTE: trattenere ripetutamente lo stimolo di evacuazione altera il riflesso intestinale e favorisce il ristagno fecale;
  • RESPIRAZIONE TORACICA: in questo modo il muscolo del diaframma rimane bloccato e, di conseguenza, anche l’intestino e i movimenti peristaltici ne risentono.

Cause funzionali e cause organiche

È importante distinguere tra:

  • Stitichezza funzionale, legata principalmente a dieta, stile di vita, stress o alterazioni della flora intestinale;
  • Stitichezza organica, che invece dipende da anomalie strutturali o patologie dell’apparato digerente e richiede un approfondimento medico.

Comprendere le cause alla base della stitichezza permette non solo di alleviare i sintomi, ma anche di costruire un percorso mirato di cura e prevenzione.

Chi soffre maggiormente di stitichezza: categorie a rischio e popolazione più colpita

La stitichezza è un disturbo molto comune che può colpire persone di tutte le età, ma alcune categorie risultano più vulnerabili a causa di fattori fisiologici, ormonali, alimentari o legati allo stile di vita. Conoscere chi è più predisposto a soffrire di stipsi è utile sia per la prevenzione, sia per un trattamento mirato.

Le principali categorie a rischio sono:

  • DONNE: la stitichezza è più frequente nel sesso femminile, soprattutto a causa delle variazioni ormonali legate al ciclo mestruale, alla gravidanza e alla menopausa. Gli ormoni possono rallentare la motilità intestinale e modificare l’equilibrio del microbiota;
  • ANZIANI: con l’avanzare dell’età, il metabolismo rallenta e anche la motilità intestinale tende a ridursi. Inoltre, la diminuzione dell’attività fisica, l’assunzione di farmaci e una dieta meno variata contribuiscono all’insorgenza della stipsi;
  • PERSONE SEDENTARIE: la mancanza di movimento è una delle principali cause di stitichezza, perché il corpo necessita di attività fisica per stimolare la peristalsi intestinale;
  • INDIVIDUI CON DIETE POVERE DI FIBRE: chi consuma regolarmente cibi industriali, raffinati e poveri di fibre è più soggetto a rallentamento intestinale e stipsi cronica;
  • PAZIENTI CON PATOLOGIE CRONICHE: chi soffre di sindrome del colon irritabile, diabete, ipotiroidismo, morbo di Parkinson o altre malattie neurologiche ha una maggiore probabilità di sviluppare stitichezza persistente;
  • PERSONE STRESSATE O ANSIOSE: lo stress cronico influisce direttamente sul sistema digerente. Non a caso si parla spesso di “intestino come secondo cervello”: tensioni emotive e ansia possono tradursi in un rallentamento delle funzioni intestinali;
  • BAMBINI: anche i più piccoli possono soffrire di stipsi, spesso per cattive abitudini alimentari (scarsa assunzione di acqua e fibre) o per la tendenza a trattenere lo stimolo evacuativo.

Un disturbo che non risparmia nessuno Sebbene alcune categorie siano più predisposte, è bene sottolineare che chiunque può soffrire di stitichezza in particolari momenti della vita, ad esempio dopo cambiamenti alimentari, periodi di stress, viaggi o convalescenze.

Metodi e strumenti per diagnosticare la stitichezza: esami e valutazioni utili

Per comprendere le reali cause della stitichezza e distinguere tra una stipsi funzionale e una stipsi organica, è fondamentale una diagnosi accurata. Non sempre, infatti, la ridotta frequenza delle evacuazioni è dovuta a cattive abitudini alimentari o sedentarietà: in alcuni casi la stitichezza può essere il campanello d’allarme di patologie intestinali o sistemiche più serie.

I principali metodi diagnostici per la stitichezza sono:

  • Anamnesi e valutazione clinica: il medico raccoglie informazioni su frequenza evacuativa, consistenza delle feci, sintomi associati, dieta e stile di vita;
  • Esame obiettivo dell’addome e del retto: utile per rilevare eventuali masse, dolori localizzati o alterazioni del tono muscolare;
  • Test delle feci: permettono di valutare la presenza di sangue occulto, disbiosi intestinale, parassiti o infezioni che possono influenzare la regolarità intestinale;
  • Clisma opaco o colonscopia: indicati nei casi in cui si sospettino anomalie strutturali, diverticolosi, polipi o tumori del colon;
  • Manometria anorettale: un esame specifico che valuta la funzionalità dello sfintere e la capacità di coordinazione muscolare durante l’evacuazione;
  • Test di transito intestinale: viene effettuato con l’ingestione di markers radiopachi per monitorare il tempo necessario al cibo a percorrere l’intero intestino;
  • Defecografia: un esame radiologico che analizza le modalità con cui il retto si svuota, utile nei casi di sospetta disfunzione del pavimento pelvico;
  • Esami del sangue e ormonali: possono essere prescritti per escludere cause metaboliche (es. ipotiroidismo, diabete) o infiammatorie.

Perché la diagnosi è fondamentale

Una corretta diagnosi permette di:

  • Identificare la causa reale della stitichezza (funzionale, organica, metabolica o emotiva);
  • Evitare trattamenti inefficaci o abuso di lassativi;
  • Impostare un percorso terapeutico personalizzato, che includa alimentazione, attività fisica, rimedi naturali e, se necessario, terapie farmacologiche o indagini più approfondite.

La stitichezza non va mai banalizzata: un accurato iter diagnostico consente di affrontarla in modo mirato e di prevenire complicazioni a lungo termine.

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Evacuazione regolare: come dovrebbe avvenire una defecazione sana

Per capire quando si soffre realmente di stitichezza, è importante sapere come dovrebbe essere una evacuazione regolare e fisiologica. La frequenza e le caratteristiche delle feci possono variare da persona a persona, ma esistono parametri condivisi dalla comunità scientifica che aiutano a distinguere un intestino sano da uno in difficoltà.

I principali criteri di una defecazione regolare sono:

  • FREQUENZA: l’evacuazione che assicura uno svuotamento completo del colon va da una a tre volte al giorno. Un’aspetto fondamentale è la costanza e l’assenza di disagio;
  • CONSISTENZA DELLE FECI: secondo la Scala di Bristol, le feci normali corrispondono al tipo 3-4: a forma di salsiccia, lisce o con leggere crepe superficiali, morbide ma ben formate;
  • ASSENZA DI DOLORE O SFORZO: un’evacuazione regolare non richiede spinte eccessive, non causa dolore né sanguinamento;
  • SENSAZIONE DI SVUOTAMENTO COMPLETO: dopo la defecazione dovrebbe esserci una sensazione di leggerezza e benessere, senza percepire residui o peso addominale;
  • COLORE E ODORE FISIOLOGICI: le feci dovrebbero avere un colore marrone medio, segno di una digestione corretta e di un buon equilibrio della flora intestinale.

Segnali di un intestino in equilibrio

Un intestino che funziona correttamente non solo evacua con regolarità, ma contribuisce anche a:

  • Mantenere una buona digestione
  • Prevenire l’accumulo di tossine
  • Favorire l’assorbimento dei nutrienti
  • Sostenere il sistema immunitario, strettamente collegato alla salute del microbiota.

Conoscere i parametri di una corretta evacuazione è fondamentale per capire se la stitichezza rappresenta un disturbo passeggero o un problema cronico da affrontare con un approccio più mirato.

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Cura e trattamenti efficaci contro la stitichezza

La cura della stitichezza dipende molto dalla causa che l’ha generata e dall’intensità dei sintomi. In generale, la gestione di questo disturbo passa attraverso un approccio integrato che combina correzioni nello stile di vita, alimentazione mirata e, quando necessario, rimedi naturali o farmacologici.

1. MODIFICHE DELLO STILE DI VITA

Il primo passo per trattare la stipsi è adottare abitudini quotidiane sane, come:

  • Aumentare l’attività fisica: camminare almeno 30 minuti al giorno stimola la motilità intestinale;
  • Riservare un orario fisso per l’evacuazione: allenare l’intestino alla regolarità favorisce un ritmo stabile. Il mattino subito dopo il risveglio è il momento ideale per la prima evacuazione;
  • Gestire lo stress: tecniche di rilassamento come meditazione, yoga o respirazione profonda migliorano la funzionalità intestinale;
  • Imparare a respirare correttamente: la respirazione diaframmatica favorisce la motilità di tutti gli organi dell’apparato digerente e stimola la peristalsi intestinale.
Attività fisica stitichezza

2. ALIMENTAZIONE E IDRATAZIONE

Una dieta ricca di fibre solubili e insolubili è essenziale per ammorbidire le feci e stimolare il transito intestinale. Alcuni consigli pratici:

  • Consumare frutta e verdura fresche ogni giorno;
  • Integrare con cereali integrali e legumi (se ben tollerati);
  • Bere almeno 1,5-2 litri di acqua al giorno, evitando eccessi di alcol e bevande gassate;
  • Limitare alimenti che peggiorano la stitichezza come cibi raffinati, carne rossa, latticini in eccesso e dolci industriali.

3. RIMEDI NATURALI

Molte persone trovano beneficio nell’uso di rimedi naturali per la stitichezza, tra cui:

4. SUPPORTO FARMACOLOGICO

In caso di stipsi persistente, il medico può consigliare lassativi osmotici o di massa, sempre per periodi limitati e sotto controllo. L’uso eccessivo di lassativi stimolanti può peggiorare la situazione a lungo termine, causando dipendenza intestinale.

5. QUANDO RIVOLGERSI AL PROFESSIONISTA

È fondamentale consultare uno specialista se la stitichezza è accompagnata da:

  • Dolori addominali intensi
  • Sangue nelle feci
  • Perdita di peso improvvisa
  • Stipsi cronica che non migliora con i rimedi naturali

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Perché è fondamentale un approccio integrato nella cura della stitichezza

La stitichezza non è solo un problema intestinale, ma un disturbo che coinvolge diversi aspetti della salute fisica, emotiva ed energetica. Per questo motivo, affidarsi esclusivamente a lassativi o rimedi temporanei non è sufficiente: è necessario un approccio integrato che consideri la persona nella sua totalità.

Un percorso completo tiene conto di più dimensioni:

  • ALIMENTAZIONE E IDRATAZIONE: correggere la dieta è il primo passo per favorire la regolarità intestinale e ristabilire il corretto equilibrio della flora batterica;
  • STILE DI VITA E MOVIMENTO: l’attività fisica regolare, la gestione dello stress, una respirazione corretta e il riposo adeguato sono fattori chiave per stimolare la motilità intestinale;
  • BENESSERE PSICO-EMOTIVO: spesso la stipsi è legata a tensioni emotive, ansia o difficoltà a “lasciare andare” anche sul piano interiore. Tecniche come counseling, meditazione e pratiche di rilassamento possono risultare molto utili;
  • SUPPORTO NATURALE: fitoterapia, integratori specifici e rimedi dolci rappresentano la via migliore e più sicura per regolarizzare la defecazione, riducendo gli effetti collaterali e favorendo un riequilibrio graduale.

Un approccio multidisciplinare permette quindi di non limitarsi al sintomo, ma di agire sulla radice del problema, favorendo un miglioramento duraturo della funzionalità intestinale e, più in generale, della qualità della vita.

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Attività fisica consigliata per combattere la stitichezza

La stipsi cronica non dipende solo dall’alimentazione, ma anche da uno stile di vita troppo sedentario. L’intestino, infatti, è strettamente collegato al movimento del corpo: quando ci muoviamo, anche la motilità intestinale viene stimolata, favorendo un’evacuazione più regolare e naturale. Per questo motivo, l’attività fisica contro la stitichezza rappresenta uno dei rimedi più efficaci e privi di effetti collaterali.

Attività fisiche più utili contro la stipsi

  • Camminata veloce: 30-40 minuti al giorno sono sufficienti per stimolare l’attività intestinale;
  • Yoga e stretching: alcune posizioni, come la “posizione del cobra” o le torsioni addominali, aiutano a massaggiare l’intestino e ridurre il gonfiore;
  • Pilates: rafforza il core addominale e migliora la postura, favorendo il transito intestinale;
  • Corsa leggera o cyclette: attività aerobiche che aumentano la circolazione e accelerano i processi digestivi;
  • Nuoto: migliora la tonicità muscolare e il rilassamento, con effetti positivi anche sull’intestino.

Quanto e come allenarsi

Non servono allenamenti intensi: la costanza è più importante della fatica. Bastano 20-30 minuti di movimento al giorno, da modulare in base all’età e alle condizioni fisiche. Alternare attività aerobiche a esercizi di respirazione e rilassamento permette di ottenere benefici sia a livello intestinale che mentale.

Benefici extra dell’attività fisica

L’esercizio regolare non solo favorisce la regolarità intestinale, ma contribuisce anche a:

  • Ridurre lo stress, che spesso peggiora la stitichezza.
  • Migliorare la qualità del sonno, altro fattore essenziale per un intestino in salute.

Aumentare l’energia vitale, sostenendo il benessere generale dell’organismo.

L’importanza della respirazione diaframmatica per combattere la stitichezza

Un aspetto spesso trascurato nella gestione della stitichezza è la respirazione diaframmatica, una tecnica semplice ma estremamente efficace per stimolare il benessere intestinale.

Il diaframma è il muscolo principale della respirazione e si trova a stretto contatto con gli organi dell’addome. Quando respiriamo in modo superficiale, utilizzando solo la parte alta dei polmoni, l’intestino resta “bloccato” e tende a rallentare il proprio movimento. Al contrario, la respirazione profonda e diaframmatica esercita un vero e proprio massaggio sugli organi addominali, favorendo la motilità intestinale e migliorando il transito delle feci.

respirazione stitichezza

Benefici della respirazione diaframmatica sulla stitichezza

  • Stimola la peristalsi intestinale, favorendo un’evacuazione più regolare;
  • Riduce lo stress e le tensioni emotive, che spesso peggiorano la stipsi;
  • Migliora la circolazione sanguigna e linfatica nell’area addominale;
  • Favorisce il rilassamento muscolare, utile per chi soffre di colon irritabile o spasmi intestinali.

Come praticarla quotidianamente

La respirazione diaframmatica può essere praticata in qualsiasi momento della giornata:

  1. Sdraiati o siediti in posizione comoda
  2. Appoggia una mano sull’addome
  3. Inspira lentamente dal naso, cercando di far gonfiare la pancia
  4. Espira dalla bocca, sgonfiando dolcemente l’addome
  5. Ripeti per almeno 5-10 minuti al giorno.

Praticata con costanza, questa tecnica diventa un alleato naturale contro la stitichezza, da integrare insieme a una corretta alimentazione, idratazione e attività fisica.

Strategie efficaci per prevenire la stitichezza

Prevenire la stitichezza è possibile e, nella maggior parte dei casi, basta adottare abitudini quotidiane sane e regolari. L’obiettivo è mantenere l’intestino in equilibrio, favorendo un transito intestinale naturale e prevenendo il rischio che la stipsi diventi cronica.

1. ALIMENTAZIONE EQUILIBRATA

La dieta gioca un ruolo centrale:

  • Inserire alimenti ricchi di fibre come frutta, verdura, legumi e cereali integrali;
  • Prediligere cibi freschi e poco raffinati al posto di prodotti industriali e confezionati;
  • Limitare l’eccesso di latticini, fritti e alimenti troppo grassi che rallentano la digestione.

2. IDRATAZIONE COSTANTE

Bere almeno 1,5-2 litri di acqua al giorno è fondamentale per mantenere le feci morbide e facilitare l’evacuazione. Acque ricche di magnesio possono dare un supporto ulteriore in caso di intestino pigro;

3. MOVIMENTO QUOTIDIANO

L’attività fisica regolare stimola la motilità intestinale e riduce la probabilità di stipsi. Anche una camminata di 30 minuti può fare la differenza;

4. RITMI REGOLARI

È utile allenare l’intestino a svuotarsi sempre negli stessi orari, preferibilmente al mattino, senza trattenere lo stimolo. Creare una routine quotidiana è uno dei metodi più efficaci per prevenire la stipsi;

5. GESTIONE DELLO STRESS

Lo stress è un fattore spesso sottovalutato: pratiche come yoga, meditazione e tecniche di respirazione aiutano a mantenere rilassata la muscolatura intestinale e a migliorare la regolarità;

6. ATTENZIONE AI FARMACI

Alcuni farmaci, come antidepressivi, analgesici oppioidi e integratori di ferro, possono causare stitichezza secondaria. In questi casi è importante parlarne con il medico per valutare soluzioni alternative o supporti naturali. Prevenire la stipsi non significa solo evitare il disagio fisico, ma anche migliorare il benessere generale e la qualità della vita.

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Raccomandazioni finali e conclusioni sulla stitichezza

La stitichezza è un disturbo molto diffuso che, se trascurato, può compromettere non solo la funzionalità intestinale ma anche la qualità della vita quotidiana. Fortunatamente, nella maggior parte dei casi, adottare abitudini alimentari corrette, una buona idratazione e uno stile di vita attivo permette di migliorare in modo significativo la regolarità intestinale.

È importante ricordare che ogni persona è diversa e che la stipsi può avere cause differenti: per questo motivo è fondamentale osservare con attenzione i segnali del proprio corpo e non trascurare eventuali sintomi persistenti.

Tra le raccomandazioni principali troviamo:

  • Mantenere un’alimentazione varia e ricca di fibre.
  • Bere acqua a sufficienza ogni giorno.
  • Fare movimento regolare per stimolare il transito intestinale.
  • Gestire lo stress e le tensioni emotive, che influiscono direttamente sull’intestino.
  • Evitare l’uso eccessivo di lassativi stimolanti, che possono peggiorare la situazione nel lungo periodo.

In presenza di sintomi importanti come sangue nelle feci, dolori addominali forti o perdita di peso improvvisa, è sempre consigliato rivolgersi al medico per escludere condizioni più gravi. La vera chiave è un approccio integrato e personalizzato, che tenga conto dell’alimentazione, dello stile di vita e del benessere psico-emotivo. Solo così si può ottenere un miglioramento duraturo, prevenire ricadute e favorire un equilibrio intestinale stabile.

Fonti e Bibliografia

Approfondimenti e Articoli Utili:

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Gianluca Lombardi
Gianluca Lombardi
Il Dr. Gianluca Lombardi, laureato in Scienze Politiche e dottorato in Naturopatia presso l'Université Européenne Jean Monnet di Bruxelles, è un esperto naturopata, iridologo e counselor. Specializzato in Iridologia, Medicina Psicosomatica e Gestalt Counseling, è docente in prestigiose scuole di Naturopatia. Nel 2012 ha fondato il metodo ColiteAddio, un innovativo Programma Intensivo Personalizzato per la risoluzione naturale di problematiche gastrointestinali. Questo Metodo Naturopatico Integrato, unico in Italia, vanta un tasso di successo del 90% nella risoluzione permanente di colite, IBS, SIBO e reflusso. Combinando consigli alimentari personalizzati, integratori specifici e una guida psicosomatica, il Dr. Lombardi offre una soluzione naturale e priva di effetti collaterali, frutto di oltre un decennio di esperienza clinica e ricerca nel campo della salute naturale. Scopri il metodo ColiteAddio e le soluzioni che ho pensato per te. Oppure contattami per scoprire come poter affrontare i tuoi problemi intestinali.

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