Che cos’è il morbo di Parkinson
Il morbo di Parkinson è una malattia cronica neurodegenerativa ad evoluzione lenta e progressiva, che coinvolge il sistema extrapiramidale (il sistema incaricato al controllo deimovimenti volontari), colpendo alcune funzioni quali il controllo dei movimenti e dell’equilibrio.
La malattia colpisce prevalentemente il genere maschile a partire dai 60 anni.
La malattia di Parkinson si manifesta con un calo nella produzione di dopamina nel cervello a causa della degenerazione di neuroni in un’area chiamata Sostanza Nera. Dal midollo al cervello cominciano a comparire anche accumuli di una proteina chiamata alfa-sinucleina. Probabilmente è proprio questa proteina che diffonde la malattia in tutto il cervello.
Cause del morbo di Parkinson
Le cause non sono ancora chiare. Di sicuro sono presenti molteplici fattori che favoriscono il suo sviluppo. Questi fattori sono genetici (circa il 20% dei pazienti presenta una storia familiare positiva per la malattia), tossici (esposizione a tossine quali alcuni pesticidi – Paraquat – o idrocarburi solventi – trielina). Alcune professioni (come quella di saldatore) sono maggiormente a rischio esponendo i lavoratori a metalli pesanti quali ferro, zinco e rame.
Altre cause sono: intossicazioni da monossido di carbonio, tumore al cervello, sifilide nervosa, arteriosclerosi.
Sintomi del morbo di Parkinson
I principali sintomi motori della malattia di Parkinson sono il tremore (principalmente alle mani, ma anche a braccia, mascella e testa), la rigidità, la bradicinesia (lentezza dei movimenti) e in una fase più avanzata la perdita di equilibrio.
Ci sono cure naturali per il morbo di Parkinson che offrono un aiuto per rallentare la malattia, controllare meglio i sintomi, ridurre la disabilità e rinforzare gli effetti dei farmaci.
RIMEDI NATUROPATICI
Ad oggi i farmaci più utilizzati (Levodopa o L-Dopa) riescono a rallentare i sintomi più evidenti del Parkinson, come tremori, rigidità, rallentamento dei movimenti, disturbi cognitivi e perdita dell’equilibrio. Ma con il passare del tempo l’efficacia di questi farmaci tende a diminuire.
Ci sono alcuni rimedi naturali che costituiscono un valido supporto nel contrastare la malattia di Parkinson, contribuendo a rallentare la progressione del morbo di Parkinson e in alcuni casi a migliorare il trattamento della patologia, offrendo anche un valido supporto della terpaia tradizionale farmacologica.
I rimedi naturopatici comprendono integratori alimentari, fitoterapici e tecniche corporee.
Vitamine del gruppo B
Sono vitamine idrosolubili, sostanze molto importanti per il nostro corpo che vanno assunte necessariamente attraverso l’alimentazione dato che l’organismo non è in grado di sintetizzarle da solo.
Per mantenere la funzione cognitiva e il buon umore e ridurre la probabilità di soffrire di Alzheimer e Parkinson, serve un buon mix di vitamina B6 (piridossina), B12, B3, B1 e acido folico (B9).
I passi avanti della ricerca hanno dimostrato che queste particolari vitamine sono fondamentali per aiutare a ridurre il tasso di declino cognitivo e anche per prevenire la depressione.
Gli studi hanno stabilito che salute e funzione dei neurotrasmettitori dipendono dalla vitamina B12, che conserva la guaina mielinica intorno ai nervi. Una volta che questa diminuisce, il sistema nervoso non riesce a inviare e ricevere messaggi in modo efficiente; di conseguenza, concentrazione, memoria e capacità motorie ne risentono, favorendo a volte l’insorgenza del morbo di Parkinson.
La vitamina D
Dopo la scoperta effettuata dal team del dott. Holick (1998) che dimostra come il calcidiolo (25D) può essere trasformato in calcitriolo (1,25 D3) da parte di quasi tutte le cellule del nostro organismo, attraverso centinaia di studi clinici si è potuto correlare la vitamina D a moltissime manifestazioni patologiche, oltre che al benessere dell’apparato osteoarticolare.
La vitamina D è un micronutriente fondamentale anche per il cervello. Diversi studi hanno provato non solo che bassi livelli di vitamina D sono legati a un aumento del rischio di incorrere in malattie neurodegenerative, ma anche che l’assunzione di integratori di vitamina D aiuta contenere il morbo di Parkinson, oltre che a prevenirlo.
La posologia di vitamina D in questi casi può arrivare anche a 5.000 UI al giorno (sotto accurato controllo medico o naturopatico).
Il coenzima Q10
Nel morbo di Parkinson spesso si verifica un’alterazione della funzionalità dei mitocondri, dai quali dipende la produzione di energia per le cellule. Uno studio pubblicato su The Archives of Neurology ha dimostrato che un dosaggio corretto di coenzima Q10 favorisce la riduzione della progressione della malattia, migliorando a volte sensibilmente la qualità della vita dei pazienti affetti da morbo di Parkinson. Questo perché il coenzima Q10 migliora l’utilizzo dell’ossigeno a livello cellulare e difende i mitocondri dallo stress ossidativo.
Il dosaggio di coenzima Q10 suggerito va da 300 a 1.200 milligrammi al dì.
La mucuna
Arbusto rampicante appartenente alla famiglia delle Fabaceae (come i fagioli), cresce spontanea nelle regioni tropicali africane e dell’Asia meridionale.
La generosa presenza dell’amminoacido catecolico L-DoPA ha attirato l’attenzione dei ricercatori, intenti a studiarne l’efficacia terapeutica come alternativa naturale ai tradizionali farmaci anti-parkinsoniani.
La Mucuna Pruriens viene consigliata dai testi ayurvedici per trattare la disfunzione erettile e il calo del desiderio sessuale, e i disturbi nervosi come il morbo di Parkinson.
Le proprietà anti-parkinsoniane della Mucuna Pruriens sono state confermate da diversi studi clinici, suggerendo anche che la tollerabilità degli estratti di semi di Mucuna può essere migliore rispetto alle preparazioni farmacologiche a base di L-dopa, come testimoniato dall’assenza o minore entità del comune effetto collaterale chiamato discinesia.
Il ginkgo biloba
Recenti studi clinici hanno documentato che l’estratto di Ginkgo biloba è in grado di esplicare una serie di effetti positivi sul cervello, tra i quali un aumento del flusso sanguigno cerebrale, promozione dell’utilizzo del glucosio da parte dei neuroni e l’incremento della produzione di alcuni neurotrasmettitori come il GABA.
Nella malattia di Parkinson i livelli di GABA risultano insufficienti per controllare i circuiti anormali dovuti alla sua eccessiva attivazione. Ricercatori della Università di Wuhan (Cina) hanno dimostrato gli effetti protettivi dell’estratto della pianta Ginkgo biloba sulla neurotossicità della levodopa. Gli autori concludono che il ginkgo biloba potrebbe avere un ruolo terapeutico assieme alla levodopa nella malattia di Parkinson nell’uomo.
La bacopa
Proveniente dalla medicina tradizionale indiana, è una pianta con proprietà benefiche su memoria, concentrazione e miglioramento delle funzioni cognitive.
Studi clinici hanno dimostrato che la bacopa monnieri aiuta a prevenire la degenerazione dei neuroni dopaminergici, attraverso un’apporto di 300-400 mg al giorno di bacosidi (i principi attivoi della bacopa). Non risultano ad oggi controindicazioni né interazioni farmacologiche.
TECNICHE CORPOREE IN AIUTO PER I MALATI DI PARKINSON
Un esercizio fisico equlibrato e costante aiuta concretamente a ridurre le manifestazioni del morbo di Parkinson. Questo è quanto emerge da uno studio pubblicato su l’American Academy of Neurology.
L’attività fisica di tipo aerobico risulta la più efficace: una camminata fatta possibilmente ogni giorno di circa 40-60 minuti ha la capacità di migliorare funzionalità motoria, stanchezza, con effetti positivi du dopamina e umore.
Tra le discipline e tecniche orientali lo Yoga e il Tai Chi favoriscono benefici documentati su sintomi quali tremore, equilibrio, ansia e depressione.