La psoriasi è una patologia cutanea non infettiva, di tipo cronico, con momenti di riacutizzazione ed altrettanti di remissione, caratterizzata da placche secche, raramente pruriginose, ben circoscritte, di varia forma e grandezza (da pochi millimetri a svariati centimetri), con squame della pelle bianco – argentee facilmente scollabili sotto cui c’è rossore intenso.
Le placche, in genere, compaiono in modo simmetrico ai gomiti e sulle ginocchia (localizzazione più frequente) nella parte lombare e sacrale della schiena, sul cuoio capelluto, sui bordi delle unghie, sui palmi delle mani, sulle piante dei piedi, e nella sede delle lesioni i medici hanno individuato un aumento del numero delle cellule nello strato basale dell’epidermide con una velocità di migrazione verso la superficie di 4-5 giorni anziché i normali 28.
La psoriasi colpisce indifferentemente donne e uomini; può insorgere a qualsiasi età ma più frequentemente tra i 10 ed i 30 anni; ha numerose varianti in relazione a localizzazione e forma delle lesioni (nella forma detta “universale” si estende su quasi tutta la pelle del corpo);
Peggiora in autunno, è stazionaria in inverno, tende a riacutizzarsi in primavera e migliora in estate (anche senza esporsi al sole); può avere (rare) complicazioni articolari (ginocchia – anche – caviglie);
Il suo messaggio..
“Rischiare la pelle“, “cambiar pelle“, “è una questione di pelle”, ed ancora, “arrossire d’amore o di vergogna“, “verdi o gialli di rabbia”, “grigi di tristezza”, “pallidi di paura“, sono tutti modi di dire, metafore di uso comune che riguardano la pelle come manifestazione del legame tra accadimenti fisici e psicologici insieme.
La pelle è il confine che delimita l’essere umano identificandolo, è l’organo della relazione con gli altri come parte visibile, come parte che tocca e viene toccata “conoscendo” e “differenziando” insieme se stesso ed il mondo fuori di sé (il bambino piccolo, per esempio, attraverso le esperienze tattili impara a conoscere e a distinguere il proprio corpo dagli altri).
Pelle dunque come limite, protezione, difesa, conoscenza e… comunicazione, tanto che, come detto sopra, si colora mostrando emozioni e sentimenti.
Quando però per ragioni esistenziali o conflittuali una persona si nega questa possibilità comunicativa dal punto di vista psicologico, magari non volendo prendere coscienza di emozioni o sentimenti che in qualche modo danno fastidio, la sua pelle potrà diventare il palcoscenico dove si rappresenta questa sorta di dramma interiore.
Così con la psoriasi, si può “leggere” da un lato l’iperproduzione di squame superficiale come un tentativo di iperproteggersi formando una sorta di corazza, coprendo nel contempo il rossore cutaneo sottostante (riferito spesso ad aggressività o sessualità repressa) e dall’altro, come esprime il ciclo di rinnovamento cutaneo molto breve nella psoriasi, un tentativo non riuscito di “cambiar pelle“, di rinnovarsi, magari su altri riferimenti esistenziali diversi da quelli attuali.
Il messaggio che la nostra anima ci invia tramite la psoriasi è:
<<ho un ardente bisogno di essere amata, ma nello stesso tempo una grande paura di essere abbandonata>>.
Un aiuto dalla Natura
Avendo fortemente un’origine a carattere psicosomatica, vanno benissimo gli oli essenziali da usare attraverso l’aromaterapia: bergamotto o camomilla, geranio, ginepro, lavanda, sandalo, carota, legno di rosae e melissa (che abbiamo visto essere anche un ottimo rimedio naturale per la colite).
Inoltre risultano molto efficaci alcuni fiori di Bach come Agrimony, Cherry plum e Walnut.
In ogni caso la terapia, essendo complessa, è sempre soggettiva e personalizzata.